Autobiografia di una femminista distratta by Laura Lepetit

Autobiografia di una femminista distratta by Laura Lepetit

autore:Laura Lepetit [Lepetit, Laura]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788874525980
editore: Nottetempo
pubblicato: 2016-03-16T23:00:00+00:00


Lo stesso paradiso

Nella casa in cui abito ci deve essere una maestra di piano. Si sentono risuonare spesso nel cortile sequenze di scale, facili esercizi, musichette molto note, che io non conosco perché non capisco niente di musica ma le ho sentite mille volte. Per Elisa o forse una piccola musica di notte, eine kleine Nachtmusik. La maestra di piano è un’idea antiquata ma consolante. Mi fa venire in mente le ottocentesche ragazze perbene che imparavano virtuosamente a suonare il piano e poco altro potevano fare, e che ci sia ancora adesso una maestra che si guadagna da vivere dando lezioni è curioso. Certo gli allievi e le allieve di oggi avranno in mente di partecipare a X Factor o ad Amici, ma va bene lo stesso.

Siamo fatti di ricordi e intanto il mio gatto dorme in tutte le salse. Dorme sul piumone quando fa freddo, dorme al sole in primavera, mi dorme in braccio quando guardo la televisione, dorme sul pavimento, sulla sedia, dappertutto con un’aria molto soddisfatta. Bisogna imparare da lui che passare il tempo dormendo non è poi cosí disdicevole.

C’è una bellissima poesia di Piera Oppezzo, una scrittrice schiva, orgogliosa e dimenticata, come dice di lei Luciano Martinengo, dedicata Al gatto che fa cosí:

Ora sono come te

che ti sdrai e dormi

Dormendo in egual modo

avremo lo stesso paradiso.

Strano come le idee si inseguono e si rincorrono. È bello ritrovarsi.

Il mio gatto, in effetti, è una gatta, ma la differenza sessuale in questo caso non è poi cosí importante.

Perché invece la differenza sessuale ancora affligge noi donne, perché siamo sempre al di sotto del famoso soffitto di vetro, non buchiamo lo schermo e le nostre idee non le ascolta nessuno?

Chi sarà il primo ad accorgersi che le donne hanno pensato, scritto e prodotto da qualche secolo a questa parte molte ricerche interessanti a uso della convivenza comune e della generale felicità? Sarà certamente un pioniere e verrà riconosciuto e additato alla pubblica fama e alla gloria perenne. Cosa aspettate, fatevi avanti capitani coraggiosi!

Certo c’è un problema nel parlare del genere e non della singola, siamo singolarmente donne ma questa è una sottile questione filosofica che non sono in grado di dirimere. Anche se non posso dimenticare che è stata proprio la filosofia a salvarmi dalla troppa femminilità quando ero molto giovane. Mi aggrappavo a Wittgenstein e alle sue limpide massime molto rivoluzionarie per resistere alla massa di soffocanti nozioni femminili che mi cadeva addosso.

Il povero Ludwig non avrebbe mai sospettato in che mani era caduto e che uso ne stavo facendo. Ma cosí fu. “Su ciò di cui non si è in grado di parlare, si deve tacere”.

Per tornare alla differenza è necessario partire proprio dalla sessualità, sostantivo femminile appunto.

Per esempio mi viene in mente la Venere di Tiziano con la mano allusivamente appoggiata sul sesso a indicare che il piacere femminile è nella clitoride. C’è anche un incongruo cagnolino che dorme felice sul lenzuolo candido e stropicciato.

Gli studiosi dell’arte dicono che rappresenta la fedeltà coniugale, ma io penso che stia a significare la soddisfazione, in questo caso sessuale.



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